Gli scavi compiuti nel 2005 all’incrocio tra corso Cavour e via Garibaldi hanno portato all’identificazione dei resti del Foro dell’antica Aquae Statiellae. Non lontano da quest’area si erano già verificati in passato importanti ritrovamenti di epoca romana, come quelli delle strutture monumentali di via Galeazzo (riferibili a un edificio templare, forse direttamente connesso allo stesso Foro) e di alcune pavimentazioni di piazza Addolorata, riconducibili con certezza ad impianti pubblici.
L’indagine archeologica in questa zona ha messo in luce una vasta porzione della pavimentazione della piazza forense (composta di grandi lastre in calcare, di forma rettangolare), la cui completa estensione rimane ancora impossibile da precisare ma che doveva probabilmente svilupparsi verso l’attuale piazza Addolorata.
Nell’angolo sud-orientale dell’area di scavo è stata inoltre individuata una fondazione di forma quadrata, costituita da ciottoli e malta e orientata secondo la stessa disposizione del lastricato, interpretabile come un basamento monumentale per una statua. Una conferma in questo senso viene dal ritrovamento, nelle immediate vicinanze, di un dito in bronzo appartenente ad una statua maschile, di proporzioni maggiori del vero.
Il grande complesso monumentale fu realizzato in uno spazio libero e non utilizzato in precedenza, in un settore relativamente marginale della città antica. Gli abbondanti resti di decorazione architettonica qui rinvenuti (frammenti di cornici decorative e di fusti di lesena oltre a un gran numero di lastre di rivestimento parietale, in marmi bianchi e colorati) ci permettono di collocare verosimilmente la realizzazione del Foro nell’ambito degli interventi urbanistici avviati in epoca augustea (tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C.), epoca che vide anche la realizzazione del teatro e dell’acquedotto.
La frequentazione della piazza si protrasse fino alla seconda metà del III secolo, quando ebbe inizio una fase di progressivo degrado e abbandono di tutto il settore occidentale della città, che conoscerà ancora solo sporadiche frequentazioni in epoca altomedievale (V-VII secolo).